Grande attesa per la “prima” del Re del Pop

La locandina del film dedicato a Michael Jackson
La locandina del film dedicato a Michael Jackson

Il mito di Jacko sul grande schermo dal 28 ottobre 2009.
Tutto è pronto per rivedere i passi che hanno fatto la storia del pop, quei Moonwalk o quei Sidewalk che hanno fatto sì che Michael Jackson diventasse “The King of Pop”. Il film, dal titolo “This is It”, proporrà al pubblico e ai fun del re la rielaborazione di tutto il materiale raccolto durante le prove e i dietro le quinte dei concerti mancati con inizio previsto per la scorsa estate, 50 date da tutto esaurito all’arena O2 di Londra. Un Michael Jackson come non l’avete mai visto prima, come suggerisce il titolo in inglese.

I diritti sulle riprese delle prove per il documentario sono stati acquistati dalla Sony Pictures per una cifra che si aggira intorno ai 60 milioni di dollari. Lo spettacolo verrà proposto inizialmente il 27 ottobre al Nokia Theatre di Los Angeles, durante una serata evento con tanto di tappeto rosso, come già annunciato dalla Sony, che parla anche della presenza di numerose star di Hollywood. Debutterà il giorno seguente in anteprima mondiale contemporanea nei cinema di più di 25 città. Di queste se ne conoscono solo alcune. Londra avrà il suo show subito dopo la mezzanotte locale, allo scoccare del 28. Seguirà in mattinata Seul, e via scorrendo si passerà per Berlino, New York, Rio de Janeiro, fino a completare il giro del mondo.

La pellicola sarà in programmazione solo per due settimane. I biglietti degli spettacoli saranno disponibili da domenica 27 settembre. Per chi volesse ricevere informazioni sull’acquisto è stato messo a disposizione una pagina dal sito web della Sony http://www.sonypictures.it/film/thisisittickets/.

Questo film è un altro tassello che si aggiunge al numero incalcolabile di celebrazioni e di eventi che dal 25 giugno si susseguono senza interruzione per commemorare la sua scomparsa. E gli amministratori del patrimonio di Michael Jackson hanno calcolato che tra gli incassi, gli accordi commerciali e le vendite degli album, sperano di incassare entro la fine dell’anno più di 200 milioni di dollari.

Ignazio Sardo

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Grande attesa per la “prima” del Re del Pop

Dopo nove anni recupera la vista grazie a un suo dente

la donna che ha riacquistato la vista dopo nove anni
ha riacquistato la vista dopo quasi 10 anni

Nuovo passo avanti per la scienza del XXI secolo. Una donna americana di 60 anni ha riacquistato la vista dopo nove anni di cecità totale grazie a un pezzo di un suo dente, un canino per la precisione.

Si tratta di una nuova tecnica sviluppata in Italia intorno agli anni ’60, ma utilizzata per la prima volta nei giorni scorsi negli Usa. L’intervento, avuto luogo al Bascom Palmer Eye Institute dell’Università di Miami, si chiama osteo-odonto-cheratoprotesi e consiste nell’utilizzo di una lamina, ricavata dalla radice del dente del paziente stesso, come base per sostenere una lente di plastica da inserire all’interno dell’occhio. Una pratica indicata soprattutto per i casi a rischio di rigetto, come ha sottolineato uno dei dottori che ha assistito all’intervento.

La donna, Sharron Kay Thornton, aveva perso la vista nel 2000 a causa della sindrome di Stevens-Johnson, una malattia che nel suo caso le aveva danneggiato la cornea. La signora “miracolata” ha iniziato da qualche settimana a riconoscere i volti e gli oggetti e adesso riesce a leggere il giornale.  Uno dei suoi primi pensieri è stato quello di poter vedere finalmente i nipoti di cui ancora non conosceva i volti. Ha infine manifestato la sua immensa gioia ricordando a tutti che “la vista la diamo sempre per scontata senza pensare che la possiamo perdere in ogni momento”.

Ignazio Sardo

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Dopo nove anni recupera la vista grazie a un suo dente

Attentato a Kabul, morti sei parà italiani

un'immagine dell'attentato di questa mattina a Kabul
un'immagine dell'attentato di questa mattina a Kabul

Grave attentato terroristico questa mattina nel centro di Kabul, intorno alle 12 ora locale. Un auto, imbottita di esplosivi e con a bordo due kamikaze, è stata lanciata contro due blindati italiani Lince lungo una strada della capitale afghana. Morti sei paracadutisti della Folgore e almeno quattro feriti in maniera grave ma non in pericolo di vita. Tra i civili due vittime, che la televisione afghana considera un numero in aumento, circa trenta feriti e decine di auto in fiamme. I morti italiani sono quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due blindati, due di questi appena tornati da una licenza, uno forse da poco per la prima volta in missione.
L’attacco è stato rivendicato dai Taliban, ai quali il ministro della Difesa Ignazio La Russa risponde annunciando: “infami e vigliacchi non ci fermeranno”.
L’assalto è avvenuto qualche minuto dopo la conferenza stampa dedicata ai risultati elettorali di ieri, nella quale il presidente Karzai ha continuato a respingere le accuse di brogli elettorali su quasi 2 milioni di voti

Questo di oggi è il più grave attentato contro gli italiani dalla strage di Nassiriya nel novembre del 2003, quando per l’esplosione di un camion-cisterna persero la vita 19 soldati dell’esercito tricolore.

Ignazio Sardo

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Attentato a Kabul, morti sei parà italiani

Se imprechi sopporti meglio il dolore

Urla di doloreLe imprecazioni aiutano a ridurre il dolore o almeno ad aumentare la resistenza ad esso. È quanto ha provato a dimostrare uno studio condotto all’interno della Keele University inglese e pubblicato sulla rivista Neuroreport.

L’equipe di psicologi che ha seguito la ricerca, guidata da Richard Stephens, ha chiesto ad un gruppo di volontari di tenere il più possibile la mano in un secchio di acqua ghiacciata, e di lasciarsi andare in libertà alle imprecazioni che non stentano a venir fuori durante una prova del freddo che può essere piuttosto dolorosa.

In un secondo tempo gli psicologi hanno detto invece loro di limitarsi e di pronunciare parole neutre ripetendo la prova. È emerso che la mano riesce ad essere tenuta più a lungo nel ghiaccio mentre si lanciano improperi e imprecazioni, dimostrando che la soglia di dolore è aumentata.

«È possibile – afferma Stephens – che le parolacce inneschino reazioni fisiche oltre che emotive, aiutando a sopportare il dolore. Ciò potrebbe spiegare perché dire parolacce e imprecazioni e’ una pratica universalmente diffusa e vecchia di secoli e secoli».

Ignazio Sardo

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Se imprechi sopporti meglio il dolore